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Telecom, dietro le perquisizioni la guerra dei piccoli azionisti contro Telefonica su quota Argentina e prestito convertendo

Gruppo Espresso

13-11-2013  | Link http://www.huffingtonpost.it/2013/11/13/telecom-perquisizioni-guerra-piccoli-azionisti_n_4267936.html?utm_hp_ref=italy Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

La guerra si combatterà sul campo dell’assemblea del 20 dicembre. Ma oggi è il fortino dei grandi soci di Telecom Italia ha tremato. Prima il blitz di Consob e Guardia di Finanza nelle sedi della società a Roma e Milano. E poi la notizia che la Procura di Roma ha aperto ad ottobre un fascicolo, senza ipotesi di reato, sulla vendita di azioni della cassaforte Telco alla spagnola Telefonica e sulle informazioni acquisite dalla Consob.

Il fascicolo, aperto d'ufficio, è affidato al pool reati economici coordinato dal procuratore aggiunto Nello Rossi. Come previsto dal Testo Unico Finanziario, sono previsti scambi di informazioni tra la Commissione e magistrati anche su casi in cui non si sia in presenza di notizie di reato. Gli inquirenti di piazzale Clodio potrebbero chiedere ulteriori informazioni al Garante della Borsa. Poco prima di pranzo è infatti scattato un blitz di Consob e del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza nelle sedi di Milano e Roma del gruppo di tlc.

Le ispezioni andranno avanti anche domani e sono partite, come atto dovuto, dopo la denuncia di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom, che aveva chiesto alla Commissione di analizzare i verbali del consiglio di amministrazione del 7 e dell’11 novembre. Il materiale raccolto oggi riguarda, infatti, due provvedimenti varati dai consigli: la vendita per 1 miliardo di dollari della quota in Telecom Argentina al fondo Fintech del finanziere messicano David Martinez e l’emissione del prestito convertendo da 1,3 miliardi di euro.

Entrambe le operazioni, secondo la Asati, presenterebbero criticità importanti: il bond è stato offerto solo ai grandi azionisti come il fondo americano Blackrock e soprattutto Telefonica escludendo i soci di minoranza come la Findim di Marco Fossati (al 5%) e i piccoli investitori. “Ci risulterebbe – aveva attaccato nei giorni scorsi il presidente dell’associazione Franco Lombardi - che alle 20.25 del 7 novembre è terminato il cda, alle 23 è terminata la conference call con gli analisti e alle 7.40 della mattina del giorno dopo, dopo sole nove ore, in barba a tutti i soci azionisti finanziari, a cui non era arrivata la soffiata degli amici, è stato risposto “sei arrivato tardi non c’è più niente per te”. Il documento non poteva essere distribuito in Usa e allora chi ha riferito a Blackrock, permettendogli di sottoscrivere 200 milioni di convertendo? E quando è stato riferito? Durante o dopo il cda? Durante la notte?”. Quanto alla partecipata sudamericana, il problema riguarderebbe il prezzo perché le quote potrebbero essere cedute a un prezzo da saldo. “Il fatto di non aver indetto una gara e aver condotto una trattativa privata che va ancora perfezionata - affermavano da Asati - ci fa ritenere che l`operazione oltre ad avvenire in potenziale conflitto di interessi della holding Telco produrrà notevoli danni potenziali a tutti i piccoli azionisti. Calcoliamo che se andasse in porto questa scellerata operazione, ci sarebbe una perdita per la società, e di conseguenza per gli azionisti, pari a un minimo stimabile di 300 milioni di euro".

Secondo l’Asati, dunque, l’Argentina viene ceduta per fare un favore agli spagnoli di Telefonica che avrebbe problemi con le autorità locali per posizione dominante e la differenza tra la notevole cassa e il valore di vendita sarà irrisorio per il debito del gruppo. Contro la vendita si era schierato nei giorni scorsi anche Marco Fossati, ritenendo "particolarmente delicato" per l'interesse sociale il condizionamento che il nuovo assetto proprietario potrà avere sul sud America, dove gli spagnoli sono presenti in forze.

Sul convertendo e sull’operazione argentina dovrà quindi fare luce la Consob che, nell'esercizio delle sue funzioni, può effettuare ispezioni per acquisire documentazione, anche chiedendo il supporto della Guardia di Finanza, senza che necessariamente sia stata aperta una inchiesta penale. Dal vertice di Telecom poco dopo le 16 è arrivata una breve nota in cui si spiega che “le ''sedi sociali'' sono state oggetto di ''ispezioni'' da parte della Consob ''per acquisire informazioni'' sull'emissione del convertendo, sulle ''procedure'' per la vendita di Telecom Argentina e sulle procedure ''in materia di confidenzialità delle informazioni privilegiate''. Telecom Italia sottolinea di aver “sempre operato nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano il mercato finanziario e assicura la massima collaborazione alle Autorità''.

Sale dunque la tensione in vista dell'assemblea del 20 dicembre, chiesta dalla Findim per revocare il consiglio di amministrazione che secondo Fossati non può essere espressione per quattro quinti di un socio – ovvero Telefonica - che ha un quinto del capitale e che ha potenziali conflitti di interesse, specie in America latina, nel dettare le strategie future di Telecom. E all’offensiva lanciata dal tandem Asati-Fossati si aggiunge anche l’addio di Domenico Siniscalco alla presidenza di Assogestioni per evitare possibili conflitti di interesse, a causa del suo incarico a capo di Morgan Stanley in Italia, advisor del gruppo di tlc nel convertendo e nella cessioni delle torri. Mossa arrivata prima delle decisioni del comitato dei gestori dell'associazione che raggruppa i fondi italiani, cui Fossati ha proposto di presentare una lista comune. Per il resto la messa a punto delle candidature e' ancora aperta, anche da parte di Telco.

Mentre sullo sfondo si agita il viceministro dello Sviluppo, Antonio Catricalà che del piano industriale non ha apprezzato il congelamento del progetto di scorporo della rete ma ha comunque gettato un salvagente al gruppo, e all'operazione che ha portato Telefonica ad aumentare la presa in Telco, ribadendo la contrarietà a modifiche della soglia d’Opa proposte dal senatore Pd ed ex vicedirettore del Corriere della Sera, Massimo Mucchetti: ''La riforma sembra fatta contro un’azienda europea e questo crea qualche problema di immagine sul mercato''. E a proposito di mercato, dopo le ispezioni e il comunicato diffuso dal gruppo il titolo Telecom ha alimentato le perdite con un calo (a circa un’ora dalla chiusura) di oltre un punto percentuale.

   
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